Telemedicina e chirurgia a distanza, il Rotary delinea il futuro della sanità
Il Club di Jesi, presieduto dall’avvocato Paola Duca, ha organizzato a Staffolo un momento di approfondimento con medici e dirigenti di Regione e Asur Marche per fare il punto su innovazione e prospettive del settore
STAFFOLO – Il futuro della sanità è qui ed ora. Esempio? Un’ecocardiografia su di un bambino può essere visionata in tempo reale, e interpretata, da un medico distante svariati chilometri dal piccolo paziente. E che dire della possibilità, durante un’operazione chirurgica, di scambiarsi pareri fra specialisti da una parte all’altra del mondo? A breve, fra l’altro, un chirurgo a Pechino potrà “muovere” il bisturi robotizzato su di un utente dell’altro emisfero. Il domani della medicina, insomma, è già ieri. È ciò che è emerso dall’interessante convegno organizzato ieri pomeriggio a Staffolo, al centro culturale polivalente, dal Rotary Club Jesi, in collaborazione con il Rotary dell’Altavallesina. Un incontro molto partecipato, introdotto dalla presidentessa del Club jesino, l’avvocato Paola Duca, che ha evidenziato le disparità sanitarie presenti nelle Marche, mettendo a confronto gli ospedali e gli annessi servizi offerti dalla zona costiera rispetto alle criticità dell’entroterra.
«Puntare sempre più sull’innovazione è la sfida da vincere della sanità, per arrivare finalmente a tutti alla stessa maniera»
il pensiero che l’avvocato Duca ha esplicitato.
«Grazie al Rotary di aver avuto questa idea di portare in un piccolo centro un convegno così importante – ha detto il sindaco di Staffolo, Patrizia Rosini -. Coniugare scienza medica e tecnologia è l’obiettivo da perseguire, per migliorare la quotidianità del malato, spesso cronico, considerando la longevità di questa regione. La telemedicina consente infatti di ridurre le distanze e restituire una dimensione familiare e sociale all’utente stesso. L’età media di vita si è notevolmente allungata, dunque arrivare a quante più persone possibili è la scommessa da vincere».
Presente l’Asur Marche, che ha illustrato quanto si sta facendo da Pesaro ad Ascoli Piceno per promuovere la telemedicina, a partire da una piattaforma unica a disposizione di tutte le aziende sanitarie, con particolare riferimento alle aree interne che sono più complicate da raggiungere. «C’è chi guarda le cose come sono e si lamenta, e chi guarda le cose come dovrebbero essere e si chiede “perché no?”» – osserva il dottor Marco Pozzi del Rotary Club Jesi -. La telemedicina è una modalità differente di fare medicina. Ci sono le condizioni per non aver più disuguaglianze sanitarie. Grazie a scienza e tecnologia ora possiamo arrivare ovunque e con la medesima qualità».
Si è passati quindi alla dimostrazione pratica. Grazie alla disponibilità di alcuni bambini, si è svolto un teleconsulto con l’ausilio di attrezzature di telemedicina e di ecocardiografia portatile, finalizzato a mostrare come un medico o un paramedico, con il supporto di un cardiologo specialista, possa produrre immagini tali da consentire allo specialista che assiste in diretta di effettuare una diagnosi a distanza, anche in condizioni di emergenza, e di trattare perciò il paziente persino in ambulanza. Tecniche utili anche a domicilio, se necessario. Fondamentale il contributo dei tanti medici presenti al convegno, dalla dottoressa Federica Iezzi, ai colleghi Roberto Antonicelli, Paolo Signore, Angelo Caffarelli e ai tanti professionisti in sala che hanno seguito con attenzione le varie fasi dell’iniziativa.
Il Rotary Club Jesi ha inoltre annunciato l’acquisto di un camper per applicare la telemedicina al fine di garantire una assistenza itinerante in caso di eventi catastrofici o calamitosi. La serata è terminata con una cena conviviale.
Credits: Matteo Tarabelli – CentroPagina.it